Igiene intima, le cose da fare e quelle da evitare

Se fatta bene aiuta a prevenire tanti disturbi fastidiosi, come le irritazioni vaginali e le malattie infettive.

L’igiene intima femminile non è una questione soltanto estetica: è soprattutto una vera e propria prevenzione nei confronti di molti disturbi.

Oltre a essere fatta quotidianamente, deve diventare norma di comportamento, da attuare in modo consapevole con azioni corrette ed efficaci a seconda dei casi.

Ecco le regole d’oro da seguire, giorno dopo giorno.

Le regole dell’igiene intima

  • Mai più di due, massimo tre, volte al giorno. Lavarsi troppo frequentemente oppure troppo poco può alterare l’ecosistema vaginale.
  • Meglio non riempire il bidè, bensì lavarsi sotto l'acqua corrente compiendo movimenti in senso anteroposteriore e mai nel senso inverso. Questo serve a evitare di trasportare verso la vulva e l'uretra i germi dell'intestino, che potrebbero provocare infezioni vaginali o urinarie.
  • Occorre poi asciugarsi bene con una salvietta pulita: l'ambiente umido favorisce infatti il proliferare degli agenti patogeni.
  • Durante il ciclo mestruale è opportuno lavarsi con cura ogni volta che si cambia l’assorbente e quantomeno quattro volte al giorno.
  • Prima e dopo ogni rapporto sessuale è fondamentale lavare con cura le parti intime.

Prima e dopo il parto

Durante la gravidanza è sufficiente seguire le normali regole di igiene intima di tutti i giorni, l’unica differenza è che bisogna privilegiare la doccia rispetto al bagno.

Se la temperatura dell’acqua è troppo alta infatti potrebbe verificarsi un’eccessiva vasodilatazione e quindi svenimenti, che in gravidanza possono essere molto pericolosi.

Subito dopo il parto, cioè nel puerperio, l’igiene deve essere più accurata, sia per la presenza di particolari secrezioni vaginali, sia per gli esiti di una eventuale episiotomia, quella piccola incisione fatta per facilitare l’uscita del bambino, che può facilmente infettarsi.

L’igiene delle bambine

Età diverse richiedono attenzioni differenti. La carenza di estrogeni nell’infanzia rende le mucose genitali vulnerabili alle irritazioni o alle infezioni da parte di germi che normalmente abitano l’intestino.

Per questo è importante insegnare alla bimba a pulirsi dall’avanti all’indietro, e a lavarsi sempre le mani dopo essere andata in bagno.

Con l’adolescenza e le mestruazioni, in assenza di problemi particolari, vanno bene detergenti a pH acido, e ovviamente vanno applicate le regole generali di igiene dell’età fertile.

In menopausa

Dopo la menopausa le mucose della vulva tendono a diventare meno idratate, causando secchezza.

Se la secchezza è eccessiva può insorgere prurito e bruciore, che può indicare la presenza di distrofia, condizione legata alla carenza di estrogeni che avvia una riduzione della vascolarizzazione dei tessuti. In tali casi si deve ricorrere a una a base di cortisone o testosterone per via locale, che deve essere prescritta dal ginecologo.

Se c’è un’irritazione?

Pruriti e arrossamenti vaginali riguardano una donna su tre, con in media due o tre episodi all’anno.

A causarli possono essere infezioni vulvovaginali di varia natura oppure più semplicemente dalla cattiva abitudine di indossare indumenti intimi aderenti non traspiranti e di materiale sintetico.

Un sollievo a questi disturbi può essere dato da detergenti intimi ad azione lenitiva come ad esempio quelli a base di glicina, una molecola dotata di attività antiprurito.

La glicina infatti è in grado di inibire il rilascio di istamina, la stessa sostanza coinvolta nelle allergie, da parte dei mastociti, cellule del sistema immunitario.

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