Ictus, la prevenzione è possibile

Secondo gli esperti otto ictus su dieci sarebbero evitabili con corretti stili di vita e abitudini alimentari adeguate.

Si parla spesso di prevenzione dell’infarto e delle malattie cardiovascolari. Non tutti sanno che si può agire anche nei confronti dell’ictus, riducendone il rischio.

Il razionale è simile: evitare la formazione di placche aterosclerotiche mette al riparo il cuore, ma anche il cervello.

Anche perché lo stroke, così gli inglesi chiamano l’ictus, rappresenta in Italia la prima causa d’invalidità, la seconda di demenza e la terza di morte.

Non mandare il cervello in fumo

Tra le abitudini più pericolose per la salute delle arterie c’è quella di fumare. Danneggia le pareti dei vasi sanguigni, accelera i processi aterosclerotici, aumenta la pressione arteriosa e affatica il cuore.

Vari studi hanno dimostrato che il vizio delle sigarette raddoppia la probabilità di andare in contro a un ictus.

Inoltre sembra che il rischio aumenti progressivamente con il numero di sigarette fumate ogni giorno.

Smettere di fumare fa crollare il rischio, ma dopo cinque anni. È stato osservato che chi riesce a interrompere la dipendenza da nicotina deve attendere cinque anni prima di avere una probabilità di ictus pari a quella di un non fumatore.

A tavola bastano poche attenzioni

Difficile cambiare le proprie abitudini alimentari, ma non impossibile. Specie se troviamo la giusta motivazione. E poi non si tratta di chissà quali rinunce.

Se non si è in sovrappeso, non c’è bisogno di mettersi a dieta: l’importante è stare attenti a ciò che si porta in tavola.

Privilegiare piatti semplici e preparati con grassi di origine vegetale, come l’olio extravergine di oliva: aumenta il colesterolo buono che ha azione protettiva su cuore e vasi, e ci eviterà di usare condimenti che innalzano il colesterolo cattivo.

Via libera a pasta, pane e pesce. E la carne? Sì, ma con moderazione.

Gli esperti da sempre consigliano di mangiare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.

Accompagnare un pasto con vino (un bicchiere), meglio se rosso, può avere azione protettiva sulle coronarie. Ma su questo aspetto la comunità scientifica non è del tutto concorde.

Abbandonare la poltrona

Mai farsi prendere dalla pigrizia. Un’attività fisica regolare non soltanto consente di evitare il sovrappeso, che affatica il sistema cardiocircolatorio, ma induce un aumento della vascolarizzazione del cuore, limitando i danni in caso di chiusura di un’arteria.

Inoltre contribuisce ad abbassare la pressione arteriosa, ad aumentare il colesterolo buono e a ridurre i trigliceridi nel sangue.

A patto che il movimento sia regolare, per cinque volte a settimana: si possono alternare sport come il nuoto o il ciclismo a passeggiate di 30-40 minuti.

Controlli regolari

Alcuni controlli medici dovrebbero essere eseguiti con regolarità. Ecco quali sono:

  • Colesterolemia. Alti livelli di colesterolo possono ostruire le arterie, anche quelle che irrorano il cervello, causando un ictus. Il livello di colesterolo totale non dovrebbe superare i 200 mg/dl.
  • Pressione arteriosa. L’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per lo stroke. È importante controllarla almeno un paio di volte l’anno.
    Identificare un’eventuale fibrillazione atriale. Questa aritmia può aumentare il rischio di ictus fino al 500% perché causa un ristagno di sangue nel cuore facilitando la formazione di coaguli.
  • Glicemia. Permette di scoprire se si soffre di diabete, un altro pericoloso fattore di rischio per le arterie.

Susanna Trave
Susanna Trave
Nasce a Milano, dove vive da allora. Dopo aver pensato di fare la giornalista prima e l'architetto poi, alla fine segue le orme della famiglia (che nel codice genetico ha la chimica) e si iscrive a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Si laurea alla Statale di Milano e, appassionatasi alla materia, mentre lavora come borsista all'Università frequenta, nel medesimo Ateneo, il triennio di Specializzazione in Endocrinologia Sperimentale, specializzandosi nel 1987. Nel 1988 consegue l’Abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista.Ma la sua curiosità e la passione - mai sopita - per il giornalismo la portano ad accettare con entusiasmo un posto in una casa editrice scientifica. Da quel momento inizia la carriera giornalistica che la porterà a diventare pubblicista prima e giornalista professionista poi, dopo il superamento dell'Esame di stato nel 1999.Lavora da allora sia per testate rivolte al medico sia in riviste dedicate al grande pubblico, prima come dipendente e, più avanti, come freelance.Oltre che di salute e benessere è appassionata di sport e di animali. Sposata, ha due figli, ormai grandi, quattro gatti, due cani, un cavallo e una vita sempre in movimento.

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