Fibrillazione atriale: se la curi salvi il cervello

Il cuore matto riguarda fino a 800mila italiani. Riconoscerlo e curarlo puĆ² evitare un attacco di ictus.

La fibrillazione atriale, l'aritmia piĆ¹ frequente, si verifica quando i battiti cardiaci diventano irregolari e piĆ¹ veloci.

ƈ una patologia in costante aumento, non soltanto tra gli anziani.

Quando insorgono i sintomi, il ritmo del cuore diventa scomposto e irregolare, si sente il cuore ā€œin golaā€, si avvertono capogiri o difficoltĆ  nel respiro compiendo sforzi anche piccoli.

Purtroppo nella maggior parte dei casi i sintomi sono vaghi e poco specifici o addirittura assenti. Per questo ĆØ bene farsi controllare di frequente la regolaritĆ  del battito cardiaco e al primo accenno di aritmia rivolgersi al proprio medico.

Talvolta capita addirittura che il primo ad accorgersi del problema sia invece lā€™apparecchio per la misurazione della pressione che nota qualcosa di strano rispetto alla regolaritĆ  della frequenza: anche allora bisogna rivolgersi subito al medico perchĆ© possa eventualmente confermare la diagnosi.

Leggi il parere del nostro consulente neurologo sulla fibrillazione atriale e l& 39;ictus.

Dal cuore al cervello

La fibrillazione fa sƬ che il sangue ristagni negli atri del cuore, dove ne ĆØ favorita la coagulazione con la conseguente formazione di piccoli trombi.

Questi possono entrare in circolo, diventando emboli, e chiudere una delle arterie periferiche piĆ¹ piccole presenti in qualunque parte del corpo.

Tra tutti i tessuti periferici ĆØ piĆ¹ probabile perĆ² che giungano al cervello, provocando un attacco ischemico transitorio (TIA) o addirittura un ictus.

Si stima infatti che un caso di ictus su cinque sia correlato alla presenza di unā€™aritmia.

Inoltre, gli ictus provocati dalla fibrillazione atriale sono i piĆ¹ gravi: sono piĆ¹ mortali, causano una maggiore disabilitĆ  e hanno un esito peggiore rispetto a quelli subiti da coloro che non soffrono della patologia cardiaca.

Secondo gli esperti il ruolo della fibrillazione atriale nel provocare ictus ĆØ destinato ad aumentare nei prossimi anni: lā€™incidenza di questa aritmia crescerĆ  di circa 2,5 volte entro il 2050, a causa del costante invecchiamento della popolazione e della maggiore sopravvivenza alle malattie che predispongono alla fibrillazione atriale, come lā€™infarto.

Quando la diagnosi salva la vita

Una diagnosi di fibrillazione atriale, soprattutto se fatta per tempo, riduce il rischio di ictus con lā€™aiuto di specifici farmaci che devono essere prescritti dal medico.

Ne esistono infatti alcuni in grado di ridare al cuore, almeno in parte, lā€™efficienza perduta, mentre altri, da usare praticamente sempre, riescono a ridurre efficacemente con il loro meccanismo anticoagulante il rischio di embolia, a patto che venga usata nel modo piĆ¹ appropriato e monitorata adeguatamente.

Secondo i cardiologi, queste condizioni ā€œottimaliā€ riducono il rischio di circa due terzi.

Gli ictus che derivano dalla fibrillazione atriale possono coinvolgere ampie aree del cervello: ecco perchĆ© prevenirli ĆØ particolarmente importante. Gli scienziati sono costantemente al lavoro su nuovi anticoagulanti che possano fornire ai pazienti ulteriori opzioni terapeutiche sicure ed efficaci.
Se vuoi aiutare la ricerca a fare passi avanti, partecipa a uno degli studi che vengono regolarmente organizzati in tutto il mondo: puoi farlo attraverso il sito di Bayer dedicato ai trial clinici.

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