Edema

Che cos’è l'edema

L’edema non è altro che un accumulo di liquidi che si verifica nei tessuti interstiziali (lo spazio libero tra le cellule al di fuori dei vasi) e che in genere produce gonfiore. Può essere localizzato oppure generalizzato e, pertanto, coinvolgere in tutto l'organismo.

Anche se generalmente è abitudine scambiare l'edema con l'ecchimosi (lividi), si tratta di due manifestazioni diverse, che vengono spesso confuse. Il primo, infatti, si riferisce a una accumulo di acqua e liquidi, naturalmente presenti nel nostro organismo, che si accumulano negli spazi interstiziali tra i vasi sanguigni. Nel caso dell'ecchimosi invece, oppure dell'ematoma, si parla di un accumulo di sangue fuoriuscito dal sistema circolatorio, spesso a livello capillare.

Cause dell'edema

Molto spesso l’edema è causato da un trauma, come una “botta”, una distorsione o uno strappo muscolare. In questo caso, quasi sempre, si associa all’ematoma: come anticipato, una raccolta di sangue sotto la pelle, ma fuori dai vasi sanguigni (chiamato stravaso).

Ne è soggetto, in questo caso, chi fa sport. E sotto accusa sono soprattutto le discipline che prevedono sforzi fisici intensi (come il tennis, la pallavolo) oppure contatti fisici frequenti e particolarmente a rischio (come il calcio, il basket o il rugby). Gli sportivi possono per esempio ritrovarsi con un malleolo gonfio a causa di una distorsione della caviglia. 

Tuttavia, non sono da escludere i rischi legati a traumi accidentali o infortuni più banali, magari dovuti a piccole distrazioni. Anche una semplice caduta può infatti far insorgere un edema.

Il trauma muscolare che ne deriva può portare il corpo a rilasciare liquido interstiziale in quella zona. In concomitanza, si assiste alla comparsa dell'edema, la cui manifestazione esterna è caratterizzata da una tumefazione: un gonfiore nella zona interessata dal trauma.

All’origine dell’edema ci può essere anche non essere un evento traumatico, ma un difetto della circolazione venosa, specie a livello delle gambe.

Vene varicose oppure un rallentamento della circolazione per altri motivi (insufficienza cardiocircolatoria, insufficienza renale, insufficienza epatica grave con cirrosi, obesità) possono causare fuoriuscita di liquidi dai vasi ed edema in assenza di traumi.

Varici e insufficienza venosa, infatti, sono caratterizzate dalla perdita di elasticità da parte delle pareti delle vene, oppure dal deterioramento delle valvole interne alle vene delle gambe, la cui funzione è proprio quella di coadiuvare il ritorno di sangue dagli arti inferiori verso il cuore.

Questa perdita di elasticità, rendendo più difficile il trasporto del sangue verso il cuore, e causa ristagni nonché, talvolta, il suo travaso nei tessuti circostanti e il conseguente gonfiore localizzato tipico dell’edema.

Se si soffre di problemi diffusi all'apparato cardiocircolatorio, e si notano segni della formazione di un edema, è possibile che la causa sia da attribuire proprio alla circolazione, e non a un trauma fisico. Stare in piedi per un periodo prolungato, ad esempio, provoca un aumento della pressione venosa nella parte inferiore del corpo (gambe e piedi), che a sua volta incrementa l'accumulo di liquidi, causa dell'edema.

L’edema periferico può, inoltre, essere un effetto collaterale piuttosto comune di alcuni farmaci calcio-antagonisti, specie se la terapia si protrae per lungo tempo (oltre i sei mesi).

Le terapie a base di calcio-antagonisti sono piuttosto comuni nel trattamento dell’ipertensione e di altre patologie tipiche dell’apparato cardiocircolatorio.

Quando l’edema è generalizzato e diffuso a tutto il corpo, in medicina si parla di anasarca. Si tratta di una condizione che non ha origini infiammatorie, e può essere causata dalla presenza di scompensi cardiaci gravi, da una condizione di insufficienza epatica o dalla sindrome nefrosica.

Si parla invece di linfedema quando il fenomeno è dovuto a un’anomalia a carico del sistema linfatico, dovuta di solito a un’eccessiva permeabilità dei vasi linfatici. Il linfedema può avere origine congenita, oppure può manifestarsi a seguito di traumi o danni a carico del sistema linfatico, che possono verificarsi a seguito di operazioni chirurgiche o radioterapia.

Infatti, la circolazione linfatica e l'apparato preposto a quest'ultima, sono sono il mezzo principale tramite cui il corpo è in grado di riassorbire i liquidi interstiziali, e prevenire quindi la formazione di edemi e gonfiori. Se il sistema linfatico non funziona in maniera efficiente, il rischio è quello di incorrere in complicanze ricorrenti e regolari.

L’edema a livello delle gambe è un sintomo comune anche durante la gravidanza. A causarlo possono essere fattori ormonali (aumento della produzione di estrogeni, progesterone e altri ormoni), biochimici (aumento delle componenti liquide del sangue, a scapito delle proteine) e vascolari (vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare).

L’edema può anche essere causato da un malfunzionamento dei reni, gli organi deputati alla filtrazione e purificazione del sangue. Quando questi non sono più in grado di eliminare le giuste quantità di sodio e altri liquidi si rischia di andare incontro a un aumento della pressione all’interno dei vasi sanguigni.

L’edema può inoltre avere origine epatica: patologie del fegato come la cirrosi provocano infatti un sovraccarico dell’organo e, come accade per i reni, aumentare la pressione sanguigna all’interno dei vasi circostanti, provocando ascite, ossia un accumulo di liquido nell’addome.

Altri casi di edema, dall'insorgenza più rara e legata a specifici fattori, possono essere l'angioedema (reazione infiammatoria della pelle simile all'orticaria), l'edema maculare (fuoriuscita di liquidi a livello dell'occhio, con conseguenti problemi alla vista) e l'edema cerebrale.

L’edema polmonare, infine, è l’unico che può avere conseguenze potenzialmente fatali e può essere primario (causato cioè da infezioni o alterazioni a carico dei polmoni stessi) oppure secondario (generalmente dovuto a patologie cardiache).

Sintomi comuni

Per l’edema dovuto a trauma il primo sintomo che compare è il dolore locale. Il gonfiore e l’ematoma (colorazione bluastra della pelle) possono comparire anche più tardi.

In genere a causa del dolore e del gonfiore, si fatica a muovere la parte colpita. Si tratta di una reazione infiammatoria fisiologica messa in atto dall’organismo e serve a “proteggere” la parte colpita da ulteriori traumi.

Anche se generalmente si tende a contrastarlo, il processo infiammatorio è uno dei primi meccanismi tramite il quale il nostro corpo è in grado di contrastare la comparsa dell'edema, e di dare alla zona colpita il tempo di recuperare e assorbire i liquidi in eccesso, prevenendo ulteriori pericoli.

Quando l’edema è generalizzato, il primo segno è un aumento di peso per l’elevata quantità di liquidi che si accumulano nello strato sottocutaneo.

Nell’edema da difetti della circolazione venosa, la cui forma più frequente colpisce gli arti inferiori, il primo sintomo sono le gambe pesanti, specie la sera, e il gonfiore delle caviglie.

Complicazioni

La guarigione di un edema è relativamente semplice e priva di complicazioni se di origine traumatica, anche se nell’edema da trauma, qualora sia grave, il gonfiore e l’ematoma sono più evidenti, e possono nascondere un osso articolare fratturato.

Se invece si tratta di edema alle gambe, generalizzato o comunque di altra origine che non sia traumatica, se non trattato tempestivamente o quando la prevenzione non è sufficiente, può avere conseguenze anche gravi.

Lo stravaso può provocare infiammazione nella zona colpita e flebite (infiammazione delle vene).

Nell’edema generalizzato, le complicazioni sono legate soprattutto alla patologia che lo ha causato, patologia che va inquadrata attraverso gli opportuni esami medici.

Nell’edema alle gambe, se la causa non viene curata, si può arrivare alla rottura di una vena varicosa, l’instaurarsi di flebite o di trombosi.

Anche nel caso dell'edema polmonare, e soprattutto dell'edema polmonare acuto, il processo diagnostico e il trattamento devono essere immediati. Trascurare i sintomi, che possono comprendere dispnea, affanno e difficoltà respiratorie, potrebbe portare a complicanze molto gravi, tra cui uno scompenso cardiaco dall'esito fatale per il paziente.

Le cure

In caso di edema da trauma, le cure sono mirate a risolvere la lesione. Se il trauma non è molto grave e viene trattato subito nel modo corretto, l’edema può anche essere prevenuto, o comunque minimizzato, e il recupero è di solito piuttosto veloce.

L’approccio più utilizzato per la cura dei traumi da infortunio è il cosiddetto protocollo RICE. Si tratta di un acronimo coniato dalla lingua inglese, che evidenzia i quattro comportamenti da tenere per arginare i sintomi traumatici:

Rest Riposo: per non sollecitare ulteriormente la parte colpita dall’infortunio
Ice Ghiaccio: per raffreddare la parte colpita
Compression Compressione: per ridurre il gonfiore e limitare l’edema
Elevation Elevazione: per facilitare il ritorno di sangue venoso al cuore e limitare ristagni e travasi

Un bendaggio elastico, quando è possibile, può aiutare a ridurre l’edema. È poi utile l’applicazione locale di antinfiammatori e antiedemigeni, che coadiuvano il riassorbimento dei liquidi.

I tutti i casi di edema generalizzato le terapie consistono nel trattamento della patologia che lo ha causato. A queste cure specifiche sono spesso associati una dieta povera di sale e una terapia con farmaci diuretici, per favorire l’eliminazione e il drenaggio dei fluidi in eccesso.

Ovviamente, terapie apposite devono essere valutate attentamente, tenendo conto del quadro clinico del paziente. Ad esempio, la presenza di cardiomiopatie, malattie cardiovascolari, una carenza della pressione arteriosa e precedenti di embolia e trombosi venosa profonda, devono essere assolutamente tenuti in considerazione qualora non ci fosse la possibilità di ricondurre subito l'origine dell'edema a un trauma specifico.

In caso di edema alla gamba si deve innanzitutto curare la patologia venosa (varici o insufficienza venosa). Il riassorbimento dell’edema può essere facilitato dall’uso di opportune calze compressive. Queste ultime sono utili soprattutto per alcune specifiche categorie di pazienti come le donne in gravidanza o chi, per diversi motivi, non può sottoporsi a interventi chirurgici o terapie farmaceutiche specifiche.

È buona norma, in ogni caso, evitare tutte le condizioni che favoriscono il ristagno del circolo alle estremità; soprattutto se si conduce uno stile di vita sedentario, è consigliato cercare di mantenersi comunque in movimento, per esempio alzandosi dalla scrivania almeno una volta ogni ora di lavoro e facendo periodicamente esercizi di stretching.

Durante la notte, è consigliabile mantenere le gambe leggermente alzate rispetto al corpo, preferendo la posizione supina a quella prona, e magari tenendo un cuscino sotto i piedi, per facilitare la circolazione.

Utili sono anche alcuni preparati vaso-protettori. Si acquistano in farmacia e si trovano disponibili sotto forma di compresse o pomate. Questi farmaci agiscono aumentando la resistenza dei vasi sanguigni e riducendo la permeabilità delle loro pareti.

Oltre ai vasi sanguigni, agiscono anche sul sistema linfatico, migliorando il funzionamento dei capillari. Va ricordato, comunque, che l’efficacia di questi rimedi è limitata, motivo per il quale il sistema sanitario nazionale non ne copre l’acquisto, ed è quasi sempre associata ad altre forme di intervento terapeutico.

Sono inoltre disponibili, per contrastare gli edemi di origine traumatica, alcuni rimedi naturali che svolgono un’azione antinfiammatoria e antidolorifica: pomate a base di aloe vera o arnica, ma anche estratti come la bromelina (derivata dall’ananas) o l’escina (estratta dai semi di ippocastano).

La bromelina possiede specifiche proprietà antiedemigene e può essere assunta facilmente per via orale, due volte al giorno, e aiuta a ridurre il gonfiore.

Per quanto riguarda l’escina, svolge un’azione protettiva soprattutto sulle fibre muscolari, aumentando la protezione dei capillari e favorendo l’assorbimento dei liquidi che danno origine all’edema. Anche l’escina può essere assunta oralmente o somministrata per via topica.

Quando consultare il medico

A parte i casi in cui l’edema è chiaramente dovuto a traumi minori, che si possibile trattare con farmaci per automedicazione, la comparsa di edema dovrebbe sempre essere riportata al medico, che sarà in grado di formulare una diagnosi, identificare correttamente la causa, e impostare l’adeguato trattamento.

Oltre all’esame visivo della parte interessata (nella maggioranza dei casi le gambe), il medico può escludere l’eventuale interessamento di altri organi attraverso esami del sangue e delle urine, utili a evidenziare disfunzioni a carico di reni o fegato. Soprattutto, nel caso in cui la zona colpita da un trauma rilevante tendesse a rimanere gonfia per un periodo di tempo eccessivo, con un edema apparentemente cronico, solo lo specialista sarà in grado di prescrivere esami specifici.

Nel caso dell’edema polmonare, il medico potrà individuare facilmente la presenza di liquidi auscultando i polmoni oppure osservando una radiografia del torace. Una volta verificata la presenza della patologia, sarà possibile intraprendere una terapia specifica, e nei casi di forma acuta valutare il ricorso alla chirurgia.

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