Diabete, due giorni per conoscerlo meglio

In occasione della Giornata mondiale del diabete, il 12 e il 13 novembre si terranno in Italia centinaia di iniziative dedicate alla malattia.

Visite gratuite nei centri diabete, test glicemici negli stand allestiti in moltissime piazze, eventi sportivi. E non solo: spot pubblicitari, campagne di comunicazione e tanto altro ancora.

Sono davvero molte le iniziative che anche quest’anno saranno al centro della Giornata mondiale del diabete.

Modalità e proposte differenti da Regione a Regione, che vedono in campo di volta in volta medici, volontari, farmacisti, infermieri e associazioni di pazienti.

Con un unico obiettivo: sensibilizzare la popolazione sul diabete, sulle conseguenze della malattia, su quanto sia importante gestirlo in modo ottimale. E, infine, sulla rilevanza della prevenzione. Un aspetto, quest’ultimo, che riguarda soprattutto il diabete di tipo 2.

L’Oms lancia l’allarme

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i decessi per diabete potrebbero raddoppiare nel 2030.

I Paesi più poveri sono i più colpiti, otto casi su dieci riguardano infatti le popolazioni che vivono in quelli a basso e medio reddito.

Sono oltre 220 milioni i diabetici nel mondo e non esiste Stato o Regione che ne sia “immune”.

E sono ancora tantissimi i malati di diabete che, nel mondo, muoiono per mancanza d’informazione, di trattamenti o per difficoltà di accesso a farmaci salvavita come l’insulina.

Sulla base di questi dati, l’Oms lancia la proposta ai governi perché facciano tutto il possibile per colmare tali lacune, così che i diabetici possano recuperare ed evitare i danni a livello di cuore, vasi sanguigni, occhi, reni e nervi.

È sempre l’Oms a individuare gli strumenti e le modalità da adottare per far fronte a questa “epidemia”: diagnosi tempestive e trattamenti efficaci.

Stili di vita, informazione e prevenzione

Posta la questione in questi termini è evidente che l’informazione sia alla base di qualunque intervento di politica sanitaria finalizzato a contrastare il diabete.

Fondamentale quindi informare le persone a rischio o quanti sono già affetti dalla patologia in modo da prevenire da un lato complicazioni dovute a fattori evitabili, come per esempio il fumo e, dall'altro, far capire come gestire la propria condizione.

Ciò consentirà di mettersi al riparo da complicazioni a lungo termine, che richiedono un tributo gravoso in termini di sofferenza e costi finanziari.

E, più in generale, la promozione di un’alimentazione e di stili di vita sani può certamente avere un impatto positivo. Così come anche stimolare un numero sempre maggiore di persone a intraprendere in modo regolare attività motorie quali bicicletta, cammino e altre forme di trasporto benefiche sia per il nostro corpo sia per il pianeta.

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