Combattere la candida con i probiotici

I lattobacilli ripristinano l'equilibrio corretto della microflora vaginale e riducono il rischio di recidive.

Si usa spesso il termine Candida come sinonimo di candidosi o candidiasi, cioè una micosi causata da un lievito appartenente appunto alla famiglia della Candida.

Nella maggior parte dei casi responsabile dell’infezione è la Candida albicans, un ceppo fisiologicamente presente in diverse parti del corpo, per esempio sulla mucosa del cavo orale, nella porzione terminale dell’intestino, sulla pelle e sulla mucosa vaginale. La sua presenza non provoca alcun sintomo o fastidio in quanto viene tenuta sotto controllo dal nostro sistema immunitario e dai lattobacilli, batteri “buoni” che ci proteggono dalla proliferazione di microrganismi patogeni.

In determinate circostanze (come per esempio un calo delle difese immunitarie, alterazioni della flora batterica conseguenti per esempio a una cura a base di antibiotici, o, ancora, patologie come il diabete) si può verificare un’eccessiva proliferazione della candida a livello intestinale (dove causa sintomi come gonfiore e un’alternanza di stipsi e diarrea e può favorire, in caso di candidosi cronica, lo sviluppo di allergie e intolleranze alimentari) oppure sulla mucosa vaginale, scatenando l’infezione fungina e causando una vaginite da candida. 

Si calcola che circa due terzi delle donne in età fertile ne abbiano avuto almeno un episodio nell’arco della propria vita, facendo i conti con i fastidiosi sintomi della candida, come prurito, bruciore e perdite biancastre (tipicamente descritte come simili alla ricotta).

Come si può curare

Quando compare un’infezione acuta da candida, va prevista una terapia con farmaci antimicotici. In genere, si tratta di derivati azolici, facilmente reperibili in farmacia e disponibili in diverse formulazioni (crema, ovuli vaginali, compresse ecc.), da applicare localmente in dose singola oppure una volta al giorno (di solito, la sera prima di coricarsi) per 3-5 o 7-10 giorni, a seconda dello specifico preparato utilizzato e alla gravità dei sintomi. Il trattamento andrebbe esteso anche al partner, in quanto la micosi si può trasmettere per via sessuale.

Gli antimicotici topici contro la candida sono acquistabili senza ricetta, ma se si tratta del primo episodio è comunque preferibile rivolgersi medico per essere certi di aver identificato correttamente la patologia e curarla in modo adeguato. È bene infatti escludere che si tratti di un’infezione delle vie urinarie (come una cistite), che si può manifestare con sintomi simili a quelli di una vaginite da candida, a cui si possono associare anche difficoltà a urinare, crampi al basso ventre e dolore alla minzione. Per la diagnosi non servono esami del sangue: in genere alle pazienti, oltre all’esame obiettivo, può essere richiesto un tampone vaginale, un semplicissimo test che consiste nel prelievo delle secrezioni con un bastoncino di cotone. Il campione prelevato viene poi esaminato al microscopio per accertare quale sia l’agente patogeno all’origine del disturbo.  

Il supporto del medico è, invece, sempre necessario per la terapia delle forme ricorrenti, più complessa, prolungata e delicata da gestire. La candidosi, infatti, può diventare cronica e recidivante, ossia tornare a rimanifestarsi più volte nonostante le terapie, anche perché la Candida tende a organizzarsi, soprattutto a livello vaginale, in una sorta di biofilm patogeno, in cui una rete di proteine e zuccheri la protegge dall’attacco dei farmaci e delle difese immunitarie.

Il trattamento di queste forme di solito si basa sulla somministrazione periodica di antimicotico locale (o per bocca) a dosaggi decrescenti, per diverse settimane o mesi. Purtroppo, gli esiti di questo tipo di terapia non sono sempre soddisfacenti.

Oltre a condizioni di base predisponenti, una delle ragioni alla base del fallimento del trattamento consiste nell’alterazione dell’equilibrio dell’ecosistema vaginale che di norma accompagna l’azione terapeutica dell’antimicotico e che facilita nuove infezioni.

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Più protette con i lattobacilli

Per prevenire questi effetti collaterali, sia dopo il trattamento di un episodio acuto sia negli intervalli tra trattamenti successivi delle forme ricorrenti, può essere utile avvalersi di uno specifico prodotto probiotico vaginale, in grado di ripristinare una microflora endogena favorevole, che rappresenta la migliore difesa nei confronti di possibili recidive.

A livello della parete vaginale, come già ricordato, la mucosa ospita una flora batterica che offre un’importante barriera alle infezioni. Circa il 90% dei microrganismi presenti nell’ecosistema vaginale sano della donna in età fertile è costituito da ceppi di lattobacilli, che ne mantengono il pH a valori tipicamente acidi (3,5-4,5) e lo proteggono da colonizzazioni micotiche e batteriche potenzialmente dannose. I lattobacilli, infatti, producono acido lattico, che contribuisce a mantenere livelli adeguati di pH, in modo che l’ambiente vaginale risulti inospitale per i germi.

Inoltre, i lattobacilli contrastano l’adesione (cioè l’aderenza all’epitelio della mucosa vaginale), la proliferazione e la crescita di microrganismi patogeni come la candida anche attraverso altri meccanismi. Si pensa infatti che i lattobacilli possano distruggere i biofilm già presenti sulle cellule delle mucose vaginali grazie alla produzione di sostanze come l’acqua ossigenata e le batteriocine.

I prodotti probiotici a base di lattobacilli, sono indicati per ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema vaginale alterato da diversi fattori come terapie antibiotiche, situazioni di stress psicofisico intenso o protratto, cambiamenti significativi delle abitudini di vita, modificazioni fisiologiche o patologiche dell’equilibrio ormonale (per esempio in gravidanza o in menopausa), un’igiene intima scorretta a causa per esempio dell’uso di detergenti intimi inappropriati o di bassa qualità ecc.

Cosa sono i probiotici?

Secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i probiotici sono microrganismi vivi (in genere batteri, ma anche lieviti) che, se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite. Essi possono superare l’ambiente acido dello stomaco, arrivare vivi e vitali nell’intestino e riequilibrare la flora batterica dell’organismo. 

Non vanno confusi probiotici e prebiotici, nonostante la somiglianza dei nomi: questi ultimi, infatti, non sono microrganismi vivi, ma particolari tipi di sostanze di origine alimentare (in genere fibre come per esempio l’inulina) che hanno proprietà benefiche, in quanto favoriscono lo sviluppo e la crescita proprio dei microrganismi presenti nell’organismo, compresi quelli introdotti con i probiotici.

È bene anche non confondere i probiotici con i fermenti lattici, batteri che producono acido lattico a partire dal lattosio, ma che non sono in grado di sopravvivere al passaggio nello stomaco.

I probiotici non sono tutti uguali fra loro. Tra i più comuni ci sono i lattobacilli che, come visto, sono anche i principali batteri presenti nell’ecosistema vaginale.

Rispetto ai probiotici orali contro le infezioni da candida, le formulazioni in capsule vaginali da applicare localmente presentano il vantaggio di far arrivare i lattobacilli direttamente nel sito d’azione, in concentrazione più elevata e in modo più rapido.
Inoltre, le capsule vaginali richiedono cicli di assunzione meno frequenti, con conseguente riduzione dell’impegno pratico e dei costi complessivi del trattamento.

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Probiotici per candida: anche in gravidanza?

La gestazione rappresenta una fase della vita femminile in cui l’equilibrio del microbiota vaginale, cioè della flora batterica presente a livello genitale, può risultare alterato, facilitando quindi la comparsa di infezioni.

In questo delicato momento della vita della donna, però, vaginiti micotiche come la candidosi oltre che causare fastidi di natura intima alla gestante, non sono in genere pericolose per il nascituro, mentre le infezioni batteriche vaginali vanno curate con tempestività, poiché potrebbero risalire lungo il canale vaginale e favorire un’infezione delle membrane amniotiche, aumentando il rischio di un parto prematuro.

L’assunzione di probiotici può essere quindi un utile strumento di prevenzione delle infiammazioni e delle infezioni materne, contribuendo a mantenere in equilibrio l’ecosistema batterico vaginale e, con esso, un livello di pH adeguato.

Occhio anche all’alimentazione

Assumere probiotici, in particolare lattobacilli, sottoforma di integratori alimentari o come capsule vaginali non è però sufficiente se si continua a seguire diete squilibrate, perché può alterare la composizione e l’equilibrio della flora batterica, contribuendo a favorire le recidive della candida. Seguire una dieta specifica, sotto la guida del ginecologo, è quindi uno dei primi rimedi naturali da attuare se si fa spesso i conti con una candidosi.

In genere si consiglia di ridurre drasticamente alcuni alimenti (come quelli ricchi di carboidrati) e di privilegiarne altri. Vediamo quali.


Da privilegiare Da evitare

Riso e pasta integrale (che contengono zuccheri complessi)

Yogurt

Verdura

Legumi

Frutta

Uova

Pesce

Carne

Olio d’oliva

Cibi ricchi di zuccheri semplici (dolciumi, gelati, bevande zuccherine)

Cibi lievitati (come pane, pizza ecc.) perché nutrono i funghi e ne favoriscono la moltiplicazione)

Accanto a una dieta adeguata, è bene seguire anche uno stile di vita sano, praticando regolarmente sport e bevendo molta acqua.

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