Bambini e naso chiuso: che fare?

Il raffreddore è probabilmente il disturbo respiratorio più frequente nei bambini, soprattutto nei primi anni di vita.

I più piccoli, nell’arco di un anno, possono sperimentarlo anche 7-10 volte, con tutto quel che ne consegue in termini di nasini arrossati, malessere generale, difficoltà ad alimentarsi, notti insonni e genitori stremati.

Purtroppo, di rimedi in grado di prevenire o curare il raffreddore in modo specifico non ce ne sono, perché i virus che lo causano (rhinovirus) sono molto diffusi nell’ambiente e sostanzialmente insensibili ai vaccini e ai farmaci disponibili.

Fortunatamente, però, esistono diverse strategie che possono aiutare a ridurre il numero di episodi e a favorirne la guarigione, alleviandone i sintomi.

Prevenzione a tutto campo

Sul fronte preventivo, bisogna soprattutto evitare al bambino sbalzi di temperatura, la permanenza in luoghi affollati, soprattutto nei periodi di maggior diffusione dei rhinovirus (vale a dire da ottobre a marzo) e la vicinanza con persone che già presentino sintomi respiratori sospetti.

Terapie, attenersi alle indicazioni

Quando i virus hanno già colpito, invece, non resta che cercare di alleviare il fastidio del naso chiuso e l’infiammazione con rimedi efficaci adatti ai bambini.

A riguardo, va subito precisato che i decongestionanti nasali (che anche gli adulti dovrebbero usare il meno possibile e per non più di qualche giorno) nei bambini al di sotto dei 12 anni, vanno evitati tout court, perché non esistono studi che ne indichino l’utilità a fronte di effetti collaterali certi e non trascurabili.

La seconda fondamentale premessa riguarda gli antibiotici: contro il raffreddore sono del tutto inutili e, anche in caso di febbre o influenza, vanno somministrati esclusivamente su prescrizione medica.

Passando agli interventi “autorizzati”, quello più efficace e raccomandato fin dalla più tenera età consiste nell’effettuare lavaggi con soluzioni nasali isotoniche a base di acqua marina, liberamente acquistabili in farmacia senza ricetta.

Per liberare il nasino dal muco, è sufficiente instillare, avendo cura di reclinare la testa da un lato, 2-3 gocce di soluzione in ciascuna narice (una per volta) e, quindi, far soffiare il naso al bambino oppure asportarle aiutandosi un piccolo aspiratore nasale (peretta in gomma morbida) se il bimbo è molto piccolo.

Se il raffreddore è molto intenso, questa procedura può essere ripetuta anche più volte al giorno.

Anche con l’aerosol

Le stesse soluzioni saline possono essere utilizzate sotto forma di aerosol: un rimedio particolarmente efficace per via dell’azione umidificante e riequilibrante della soluzione isotonica sulle mucose di naso e gola. Anche l’aerosol, se necessario, può essere effettuato più volte al giorno, per esempio al mattino e alla sera.

Altri consigli utili per adulti e bambini con il raffreddore, specie se accompagnato anche da tosse e mal di gola, comprendono l’uso di umidificatori ambientali (da collocare soprattutto nella camera da letto) e quello di bere molti liquidi caldi o a temperatura ambiente, sempre per favorire l’umidificazione delle mucose e l’eliminazione delle secrezioni.

Tutti i liquidi vanno bene (camomilla, tisane adatte all’età pediatrica, latte e miele, brodo di pollo eccetera).

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Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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