Artrosi: prevenirla si può

Evitare che l’invecchiamento fisiologico degeneri in artrosi e mantenere le articolazioni in buono stato a lungo si può. Ecco a quali comportamenti e attività fare attenzione.

Non c’è niente da fare. Il tempo passa e le articolazioni, inevitabilmente, invecchiano. Come tutto il resto dell’organismo. La cartilagine si disidrata, diventando più sottile e meno in grado di attutire gli stress meccanici associati al movimento. I tessuti di supporto si irrigidiscono, risultando via via meno elastici e più fragili.

Ma questo non significa necessariamente che superati i 50 anni, si debba per forza iniziare a soffrire di artrosi, con tutto ciò che ne consegue in termini di dolore, infiammazione e invalidità più o meno importante e persistente.

Evitare che l’invecchiamento fisiologico degeneri in malattia e mantenere a lungo in buono stato le articolazioni si può. Basta cercare di evitare i comportamenti e le attività che tendono a favorire l’artrosi e a farla peggiorare rapidamente.

Ecco le attività poco adatte

È necessario fare attenzione, in particolare, alle attività lavorative che impongono sforzi intensi e ripetuti, così come a quelle che obbligano alla sedentarietà forzata.

Ma sono fattori di rischio anche l’esposizione protratta a condizioni ambientali sfavorevoli, come per esempio il lavoro all’aperto durante i mesi invernali o in ambienti umidi; i sovraccarichi; il mantenimento di posture inadeguate; i traumi accidentali.

Le azioni protettive

Tra le azioni che possono frenare l’insorgenza dell’artrosi, invece, sono fondamentali il controllo del peso corporeo, l’educazione al mantenimento di posizioni corrette, l’esecuzione di esercizi riabilitativi di compensazione.

Molto importante anche la correzione di eventuali situazioni anatomiche sfavorevoli, come il ginocchio varo o valgo, il piede piatto o una differenza di lunghezza anche minima tra gli arti inferiori.

Difetti di questo tipo vanno trattati il più in fretta possibile, perché la loro presenza determina squilibri che si ripercuotono su tutte le articolazioni a monte, vale a dire a livello di femore e anca, fino alla colonna vertebrale.

Lo sport fa bene o no?

Rispetto al movimento vanno precisati alcuni aspetti. Posto che svolgere attività fisica è raccomandabile per innumerevoli ragioni (oltre alle altre, contribuisce a tenere sotto controllo il peso corporeo, a mantenere i muscoli più tonici e reattivi e le articolazioni più mobili), vanno definiti i limiti entro i quali questa attività deve essere eseguita per non risultare deleteria per le strutture articolari, soprattutto dopo una certa età.

Il principale elemento da considerare è il carico, non soltanto quello imposto dal tipo di movimento eseguito, dallo sforzo necessario o dagli attrezzi utilizzati, ma soprattutto quello fisiologico, legato al peso corporeo del soggetto che esegue un determinato esercizio.

La stessa mezz’ora di corsa al giorno, per esempio, può fare molto bene a una persona di 50-60 kg mentre può essere dannosa per una che pesa 130 chili. Quest’ultima potrebbe, invece, trarre notevole giovamento da sport che non sovraccaricano le gambe né la colonna vertebrale, come la bicicletta o, ancora meglio, il nuoto.

Personalizzazione anzitutto

Ulteriori aspetti da prendere in considerazione riguardano la tecnica e l’allenamento: qualsiasi sport deve essere eseguito in modo adeguato e non estremo.

Che si tratti di fare jogging, giocare a calcio o sciare, esistono regole ben precise. Devono essere apprese e applicate correttamente le posizioni da assumere e i movimenti da privilegiare o evitare, i tempi e le modalità dell’allenamento.

Ricordando sempre di far precedere e seguire ogni sessione d’esercizio da fasi di riscaldamento e defatigamento/stretching, essenziali per evitare strappi e indolenzimenti. In sintesi: lo sport non si improvvisa.

Se, poi, si è rimasti inattivi durante i mesi invernali o si decide di ricominciare a praticare attività fisica dopo anni di interruzione si deve procedere con umiltà e gradualità, magari dopo aver chiesto consiglio al medico rispetto all’adeguatezza della pratica scelta in funzione dell’età e dello stato fisico generale.

Ulteriore avvertenza: soprattutto dopo i 40-50 anni gli esercizi più indicati, utili e sicuri, sono quelli che prevedono movimenti fisiologici e armoniosi, ossia gli sport e le ginnastiche più tradizionali.

Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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